I Cammini di Lucca

Lucca è attraversata da numerosi Cammini che hanno una caratteristica particolare in comune: tutti, direttamente o meno, si ricollegano ai Longobardi.

Un popolo migratore

Tra il II e il VI sec. una lunga migrazione portò i Longobardi dal Sud della Scandinavia al basso corso dell’Elba, al Danubio poi in Pannonia. Durante il percorso inclusero altre popolazioni, consolidarono le strutture politiche e sociali e si convertirono al cristianesimo ariano. Nel 568 d.C. guidati da Alboino giunsero in Italia dove diedero vita a un regno diviso in Ducati fra i quali si trovava quello di Tuscia che ebbe come centro principale Lucca e divenne poi, con l’arrivo dei Franchi di Carlo Magno, la Marca di Toscana. Di questo periodo Lucca conserva una preziosa memoria nell’Archivio Storico Diocesano dove sono custoditi oltre 1.800 documenti anteriori all’anno Mille, quasi tutti in originale, e soprattutto 156 pergamene di epoca longobarda, la metà del patrimonio esistente al mondo per questo periodo storico. Un insieme entrato a far parte del Patrimonio Storico dell’Umanita’ attraverso l’iscrizione nel Registro Internazionale della memoria dell’Unesco.

La Via Francigena

Per il dominio del territorio i Longobardi si scontrarono con i Bizantini la cui presenza portò a costituire insiemi di Ducati a Nord (con la capitale Pavia) e a Sud (Ducati di Spoleto e Benevento) separati dai territori bizantini situati nel Centro Italia. Per collegare le due parti del Regno i Longobardi puntarono su un itinerario sino ad allora considerato minore che prese il nome di “Via di Monte Bardone” dall’antico nome del Passo della Cisa, Mons Langobardorum, dove si valicava l’Appennino. Dopo Lucca, per non avvicinarsi troppo alle zone bizantine, il percorso proseguiva per la Valle dell’Elsa per arrivare a Siena, e quindi attraverso le valli d ‘Arbia e d’Orcia, raggiungere la Val di Paglia e il territorio laziale, dove il tracciato si immetteva nell’antica Via Cassia che conduceva a Roma. Non una vera e propria via ma fasci di sentieri, tracce, piste il cui percorso variava per cause naturali (straripamenti, frane), per modifiche dei confini e richieste di gabelle, per la presenza di briganti. Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi (774 d.C.), anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome e divenne la Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, che col tempo divenne per mercanti, eserciti, pellegrini il principale collegamento tra nord e sud dell’Europa. Il percorso attuale ricalca quello affrontato nel 990 dall’arcivescovo Sigerico che descrisse le 79 tappe del suo viaggio di ritorno da Roma a Canterbury.

Link: https://www.viefrancigene.org/it/

https://www.viafrancigenatoscana.org/

La Via Matildica del Volto Santo

La Via Matildica del Volto Santo coniuga una personalità e un’opera fra le più influenti del Medioevo unendo Mantova, Reggio Emilia e Lucca con un percorso che attraversa il cuore della Pianura Padana e del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Matilde di Canossa è stata una delle personalità più influenti in un’epoca tutt’altro che facile per le donne come il Medioevo. Nacque nel 1046 forse a Mantova in una potente famiglia di origine longobarda: i Canossa che governavano la Marca di Tuscia erede del Ducato longobardo.
Come Marchesa di Toscana custodì a lungo il Volto Santo ospitato nella cattedrale di San Martino a Lucca di cui è divenuto il simbolo.
Reliquia e immagine fra le più conosciute del Medioevo, la sua devozione si diffuse con la crescita delle vie di pellegrinaggio in quella Terra Santa dalla quale, secondo la tradizione, il crocifisso di Lucca proviene. La leggenda lo vuole scolpito da Nicodemo, membro del Sinedrio e discepolo di Gesù che, con Giuseppe di Arimatea, depose Cristo nel sepolcr e approdato miracolosamente a Luni per poi giungere a Lucca.
Un itinerario lungo 285 chilometri che attraversa in 11 tappe (con 3 varianti) il territorio di 3 regioni  italiane (Lombardia, Emilia, Toscana). Il Cammino attraversa le terre di Matilde in tre tratti storici: la Via del Preziosissimo Sangue (da Mantova a Reggio in 3 tappe); il Cammino di San Pellegrino (da Reggio a San Pellegrino in Alpe in 5 tappe); la Via del Volto Santo (da San Pellegrino in Alpe a Lucca in 3 tappe).

Link:

http://www.viamatildica.it/

http://www.viadelvoltosanto.it/

Archivio Digitale del Volto Santo http://www.archiviovoltosanto.org/

Il Cammino di Santa Giulia

Nel 762 d.C. Desiderio e Ansa, ultimi sovrani del Regno Longobardo che di lì a poco sarebbe stato conquistato dai Franchi di Carlo Magno, disposero che il corpo di Santa Giulia fosse portato dalla Gorgona a Brescia.
Il testo agiografico che racconta il martirio, composto probabilmente nel VII secolo d.C., racconta che Giulia, nativa di Cartagine, venne venduta come schiava quando la città fu conquistata forse dai Vandali. Durante un viaggio verso la Gallia il suo padrone Eusebio sbarca con i marinai a Capo Corso per partecipare a un sacrificio agli dei. Giulia si rifiuta di sacrificare e viene prima torturata, poi crocefissa. Gli angeli, che hanno assistito alla morte della santa, la annunciano ai monaci dell’isola della Gorgona che si precipitano su una nave, depongono dalla croce il corpo e lo portano sull’isola. Giulia viene sepolta il 22 maggio, giorno in cui ancora oggi viene festeggiata.
Il Cammino di Santa Giulia rievoca un fatto storico, la traslazione del corpo della Santa, collegando le chiese dedicate alla sua devozione con una sentieristica di livello escursionistico e naturalistico. Un percorso di 467 km  da Livorno a Brescia, strutturato in 25 tappe giornaliere lungo tre Regioni (Toscana, Emilia, Lombardia), 8 Province e 62 Amministrazioni Comunali.

Link: http://ilcamminodisantagiulia.it/

Il Cammino di San Michele

Lucca è attraversata anche da un altro Cammino oggi non riconosciuto secondo i canoni moderni ma un tempo fra i più importanti percorsi spirituali d’Occidente: il Cammino di San Michele.
La devozione verso l’Arcangelo guerriero è molto antica. Il suo nome deriva dall’espressione ebraica Mi-ka-El che significa “chi è come Dio?”. Nel Libro di Daniele 12,1, è indicato come primo dei principi e custode del popolo di Israele. Mīkāʾīl (in arabo: ميخائيل‎), o Mīkīl (in arabo: ﻣﻴﻜﻴﻞ‎), è citato nel Corano alla sura II, versetto 98, e indicato come di pari rango rispetto a Jibrīl (Gabriele) con il quale secondo la tradizione avrebbe istruito il profeta Maometto. Divenne figura di riferimento anche per il cristianesimo. Costantino I gli dedicò il Micheleion, un imponente santuario a Costantinopoli, e furono i Bizantini a portarne il culto in Occidente legandolo al Monte Gargano in Puglia, già sede di antichi culti pagani. La prima basilica in Occidente dedicata a Michele sorse su un’altura al VII miglio della Via Salaria e fu riscoperta nel 1996. Il giorno della sua dedicazione, avvenuta probabilmente prima del 450, è il 29 settembre quello in cui tuttora il mondo cattolico festeggia gli Angeli. La basilica fu meta di pellegrinaggi fino al IX secolo, quando il riferimento al 29 settembre fu trasferito al santuario garganico e alla chiesa di Castel Sant’Angelo a Roma.
I Longobardi, probabilmente per le similitudini con Wotan-Odino, lo presero a riferimento e ne esaltarono il culto ovunque, anche a Lucca come si può notare dalla diffusione dei toponimi dedicati a Michele nel territorio. Tutt’oggi al centro della città, in quello che era l’antico Foro romano, sorge la Chiesa di San Michele dove è conservata una statua copia di quella della Grotta del Gargano e donata a Lucca da un vescovo lucchese che Michele nel 1654 aiutò a sconfiggere la peste che affliggeva il foggiano.
Il santuario del Monte Gargano era il termine del cammino micaelico che partiva da Mont Saint Michel (custodito anche dai Normanni di cui Michele divenne santo nazionale) e attraverso la Chiusa di San Michele in Piemonte giungeva in Puglia.
Misterioso e suggestivo è il tracciato della cosiddetta Linea di San Michele che collega l’isola di Skellig Michael in Irlanda, St Michael’s Mount in Cornovaglia, Mont-Saint-Michel in Francia, Sacra di San Michele nella Val di Susa in Piemonte, Santuario di San Michele Arcangelo in Puglia, Monastero di Symi in Grecia, Monastero del Monte Carmelo in Israele. Dall’Irlanda a Gerusalemme un’unica direttrice che secondo la leggenda deriva da un colpo di spada di Michele nella primordiale lotta contro gli angeli ribelli.

Link:

http://www.turismo.lucca.it/it/luoghi-di-interesse/chiesa-di-san-michele

https://www.ilsecoloxix.it/basso-piemonte/2019/08/18/news/turismo-religioso-risorge-il-cammino-di-san-michele-1.37357298

https://www.croceviadeuropa.eu/it/cammini-san-michele-crocevia-d-europa/

Il Cammino di San Jacopo in Toscana

Il percorso, proposto e ideato dopo approfonditi studi e sopralluoghi da Nedo Ferrari con la collaborazione della Comunità Toscana Il Pellegrino di Firenze, riscopre e valorizza la Via Cassia-Clodia, direttrice viaria antica più di duemila anni che collega le città di Firenze, Prato, Pistoia, Pescia e Lucca, e costituisce un tratto del Cammino verso Santiago di Compostela, attraversando un territorio reso unico dalla frequenza di eccezionali testimonianze storiche, artistiche, naturalistiche e religiose. Il Cammino di San Jacopo mette infatti in collegamento cinque cattedrali con altrettanti luoghi di fede da secoli meta di pellegrinaggio: Firenze e il corpo di San Zenobi, Prato e il Sacro Cingolo della Madonna, Pistoia e la reliquia di San Giacomo proveniente da Santiago di Compostela, Pescia e il corpo del santo ospitaliere San Allucio e Lucca e il Volto Santo.

Link: https://www.ilcamminodisanjacopo.it/